Montelungo

Montelungo (già Monte Lungo) è un borgo del comune di Pontremoli a 837 metri d’altezza, che sorge lungo la SS 62 della Cisa, a 12 km dal capoluogo. Si tratta di un piccolo villaggio costituito da unaVilla Superiore e da una Villa Inferiore. L’antico villaggio di Montelungo, compreso nella cirocoscrizione pievana di Vignola, sorgeva poco più a levante dell’attuale e venne abbandonato dalla popolazione nel XV secolo a seguito di rovinosi smottamenti del terreno e di vere e proprie frane che lo seppellirono.

L’etimologia del nome potrebbe essere quella di Mons Longobardorum o “Mons Langobardorum” (Monte Bardone) che definiva parte della stessa Via Francigena: quindi luogo lungo la via di Mons Longobardorum.

Montelungo ha origine con sicurezza prima dell’anno mille, quando nell’alto medioevo fu soggetta fin dall’epoca longobarda ai monaci Ordine di San Benedetto, della potente Abbazia di Leno e del monastero di San Salvatore e Santa Giulia a Brescia (diploma di Adelchi del 772 d.C.). Infatti questo diploma e quelli successivi dell’851, 861 e dell’865 relativi al cenobio bresciano permettono di identificare anche lo xenodochio di Montelungo con il Benedicti Almifici di un’epigrafe longobarda rinvenuta nella Pieve di Santo Stefano di Sorano e conservata nella Chiesa di San Giorgio a Filattiera, nota come “epigrafe di Leodgar”. Sia i diplomi di epoca longobarda sia della successiva epoca franca riconfermarono l’importanza di Montelungo e sembra che sia il monastero di Leno che quello di Santa Giulia mantennero, ognuno per proprio conto, possedimenti ed istituzioni ospitaliere almeno per tutto il X secolo. I monaci favorirono l’espansione dei commerci, dell’agricoltura e della cultura, introducendo importanti innovazioni ed aprendo vie commerciali.

Carlo Magno donò la selva di Montelungo assieme ai territori di Moneglia, che divenne porto marittimo del feudo monastico.

Il borgo è rammentato per la prima volta ufficialmente nell’agosto del 972 in un placito del Marchese Oberto conte di Palazzo in Italia, e abate commendatario dell’Abbazia di Bobbio. Il placito fu pronunciato nella Villa di Gragio a favore della Badia di Montelungo e come condanna contro i monaci di S. Martino di Pavia per aver essi fatto tagliare ingiustamente una quantità di cerri nelle foreste di Montelungo. Nel placito si legge: in silva una quae est posita in loco qui dicitur Montelongum[1].

Nel secoli successivi, Montelungo divenne un’importante tappa dell’antica Via Francigena con ospitale (Xenodochio) tenuto dai monaci Benedettini. In Particolare nell’itinerario di Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, esso rappresentava la XXXII tappa e la località era allora definita Sce Benedicte dal nome stesso della Pieve, dedicata appunto a San Benedetto.

L’abbazia di Leno, in seguito, entrò in contrasto con il vescovo di Luni per la titolarità del diritto di decima. A questo seguì la sentenza di papa Niccolò II (1060) che riconfermò una volta per tutte all’abate Guenzelao gli antichi privilegi sullo ius decimandi della curtis di Montelungo a discapito di Guido, vescovo di Luni, il quale mirava ad impadronirsene. Successivamente secondo cronisti pontremolesi i monaci di Montelungo fondarono le cappelle di San Benedetto di Gravagna, di Santa Maria di Cavezzana d’Antena e di San Lorenzo di Cargalla. A conferma della sua indipendenza dall’organizzazione diocesana lunense, il Priorato di Montelungo (titolo ancora appartenente alla pieve) risulta tra gli enti esenti sia nelle liste delle decime bonifaciane della fine del secolo XIII sia negli estimo del 1470-1471.

Oggi Montelungo è conosciuta anche come stazione termale, per la presenza della Fonte della Virtù, una sorgente dalla quale sgorga un’acqua curativa.

TERRITORIO
Coordinate 44°26′46″N 9°54′22″E
Altitudine 821 m s.l.m.
Superficie
Abitanti 45 (2008)
Densità

 

ALTRE INFORMAZIONI
Nome abitanti
Patrono San Benedetto